Si torna a parlare dell’abolizione del superbollo, l’imposta sulle auto di grossa cilindrata. Stando a una ricostruzione de Il Messaggero, il governo avrebbe intenzione di eliminare la tassa reintrodotta dall’esecutivo Monti nel 2011 con il decreto “Salva Italia”: peccato che il tentativo di reperire risorse tramite l’addizionale sulle auto sia stato un flop, con un gettito di appena un centinaio di milioni di euro. Un livello probabilmente insufficiente a compensare i costi di riscossione.
Addio micro tasse? Il superbollo, pari a 20 euro per ogni kW oltre i 185, sembra ora destinato a fare la stessa fine della tassa sui super yacht, abolita già nel 2015 dopo aver prodotto l’effetto deleterio di spostare in altri lidi le cosiddette “bandiere” e di conseguenza portare all’Erario pochi spiccioli.
L’addio al superbollo dovrebbe rientrare in un elenco di micro tasse che il ministero dell’Economia sta già predisponendo, inserito in un emendamento alla legge delega sulla riforma fiscale: la tassa sulle auto di grossa cilindrata sarebbe in compagnia di altri tributi come la tassa sugli intrattenimenti, meglio nota come “tassa sui biliardi”, quella sulla laurea e sugli esami universitari, sul pubblico insegnamento, sull’iscrizione a scuola, esami di idoneità e via discorrendo.
Si tratta di poco più di 250 milioni di euro di incassi (un po’ più della metà legati al superbollo), che spesso e volentieri non compensano né gli introiti per gli eventuali esercenti né, tantomeno, i costi di riscossione. I tempi, tra l’altro, sono stretti. La delega – scrive la testata romana – è già in discussione alla Camera e potrebbe essere approvata prima dell’estate, dopodiché partirà la fase attuativa.