La Ferrari non sta raccogliendo grandi soddisfazioni sui circuiti di Formula 1, ma quando si parla di performance finanziarie il primato è fuori discussione e senza concorrenza.
Lo dimostrano anche i risultati del primo trimestre, chiuso con l’ennesima crescita a doppia cifra per ricavi, margini e profitti e il continuo successo dei suoi modelli sui mercati di tutto il mondo.
Numeri che legittimano l’amministratore delegato Benedetto Vigna a parlare di “un altro trimestre eccezionale” dopo i record macinati nel 2022.
Consegne e fatturato.
Le consegne, per esempio, sono aumentate, rispetto al pari periodo dell’anno scorso, del 9,7% fino a 3.567 unità, grazie, principalmente, alla Portofino M, alla 296 GTB e alla 812 Competizione e alla forte crescita di quasi tutte le aree geografiche:
le Americhe, con un +46,2%, la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan, con un +38,9%, il Resto dell’Apac, con un +19,5%, hanno più che compensato il calo del 12% subito nella regione Emea.
Il fatturato, pari a 1,429 miliardi, è cresciuto in modo più che proporzionale rispetto all’aumento dei volumi (+20,5%) per effetto del miglior mix di prodotto, di prezzo e geografico e del contributo delle personalizzazioni.
Le sole attività automobilistiche hanno visto i ricavi salire del 23,2% a 1,24 miliardi.
Margini e profitti.
Ancora più forte si è rivelata la crescita dei principali indicatori reddituali.
L’Ebitda, ossia il margine operativo lordo, si è attestato su 537 milioni di euro, con un aumento del 27% e un’incidenza sul fatturato del 37,6% (35,6% un anno fa),
mentre l’utile operativo è salito del 25% a 385 milioni, per un margine in miglioramento dal 25,9% al 26,9%.
Di riflesso, i profitti sono arrivati a 297 milioni, il 24% in più, mentre l’utile per azione è passato da 1,29 euro a 1,62,
posizionandosi ben al di sopra degli 1,44 euro previsti in media dagli analisti di Borsa.
Bene anche i flussi di cassa, positivi per 269 milioni anche se in calo rispetto ai 299 milioni di un anno fa,
mentre la posizione finanziaria netta mostra una situazione prossima all’azzeramento dei debiti per le attività industriali:
l’indebitamento netto al 31 marzo è pari a 53 milioni, in deciso calo rispetto ai 207 milioni di fine 2022.
Infine, a Maranello possono contare su consistenti disponibilità finanziarie, con una liquidità complessiva di 2,059 miliardi.
Prospettive rosee.
La Ferrari ha quindi confermato i target annuali, anche per tener conto di un portafoglio ordini che copre oltre due anni di produzione,
di un mix di prodotto sempre più ricco e da un aumento dei prezzi reso necessario dall’inflazione sul lato dei costi.
Dunque il 2023 si dovrebbe chiudere con ricavi per 5,7 miliardi, un margine operativo lordo tra 2,13 e 2,18 miliardi (circa il 38% del fatturato),
un utile operativo a 1,45/1,5 miliardi (26%), un utile per azione a 6/6,2 euro e flussi di cassa per 900 milioni.
“Il nostro portafoglio ordini si estende al 2025, grazie a una gamma di prodotti che si è aggiudicata importanti riconoscimenti”,
spiega Vigna, rivelando il riavvio della raccolta ordini per una delle ultime, grandi novità del Cavallino Rampante:
“Abbiamo deciso di riaprire gli ordini per la Purosangue, sospesi in seguito a una domanda iniziale senza precedenti.
Il manager ex Stm ha quindi ricordato il recente lancio della “Roma Spider per arricchire ulteriormente la nostra offerta” ha, infine, sottolineato un ultimo aspetto legato al futuro della Casa:
“Siamo in linea con il nostro percorso di elettrificazione, sia nello sviluppo delle vetture sportive, sia delle infrastrutture di Maranello”.