Solo l’anno scorso, oltre due milioni di automobilisti italiani sono rimasti vittime di frodi assicurative veloci (i falsi incidenti): i truffatori incassano 100 euro subito e scappano col malloppo, come evidenzia l’indagine su 4.876 persone commissionata da Facile.it. Tre le “trappole” possibili: vediamole nel dettaglio.
In manovra. Il reo alla guida sceglie un’auto con un piccolo danno alla parte posteriore: quella sarà la vettura della vittima da spennare. Il cittadino onesto al volante, mentre fa manovra di parcheggio in retromarcia, sente un colpo alla propria vettura, si ferma, scende, e si trova davanti il furbetto che, piuttosto agitato, lo pressa psicologicamente con la propria macchina effettivamente danneggiata. Per simulare il rumore dell’impatto è sufficiente lanciare un sasso contro il veicolo della vittima. “Dammi 100 euro subito e chiudiamo la questione in modo amichevole senza coinvolgere le compagnie assicuratrici, così non ti scatta il malus RC Auto”: queste, in genere, la raffica di parole per incalzarre il guidatore. Stando alla statistica, il trucco funziona nella metà dei casi.
Specchietto ko. Il malfattore individua una vettura con qualche piccolo danno allo specchietto laterale destro o alla fiancata destra e si fa sorpassare: lancia un sasso contro l’auto della vittima, che si ferma; quindi, mostra la parte del proprio veicolo effettivamente rotta, ovvero lo specchietto laterale sinistro. Infine, convince il guidatore a risolvere la questione con i contanti.
Investimento. La terza frode è architettata da un pedone, che finge di essere investito mentre attraversa sulle strisce, come testimonia un compare presente sulla scena. Un evento del genere, con l’uomo investito dolorante, è più traumatico dal punto di vista emotivo per il presunto responsabile, magari sotto choc e con sensi di colpa: il malvivente esige anche dei soldi (in genere centinaia di euro) “per evitare guai penali come l’omicidio e le lesioni stradali”. Anche in questo caso, lo stress psicologico funziona.
Come prevenire. In tutti i casi, l’unica cosa giusta da fare è coinvolgere le Forze dell’ordine e l’assicurazione, esplicitando la propria volontà di chiedere assistenza e la necessità di inserire tutti i dati sul Modulo blu della constatazione amichevole. Che l’incidente sia vero o falso, lo si vedrà poi.